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mercoledì 12 novembre 2025

💔 IL TRADIMENTO INFINITO DI SIRACUSA: Via Agrigento, Tredici Anni di Silenzio e Rovina. L'Ombra Lunga del Comune sulle Vite Spezzate.

 

siracusa abbandono da parte del comune
Nella foto lo stabile di Via Agrigento 13 a Siracusa. 


Siracusa Abbandono: 13 anni di inerzia del Comune distruggono vite. La verità delle famiglie di Via Agrigento contro il silenzio del Potere.


di Salvatore Calleri NatMed

Ci sono ferite che il tempo non cura, ma che l’Istituzione, con la sua inazione, sceglie deliberatamente di infettare. A Siracusa, nel cuore antico e fragile della Borgata, questa storia di orrore burocratico ha un nome: Via Agrigento. E ha un tempo: tredici anni. Tredici anni di abbandono istituzionale, di giustizia negata e di inerzia colpevole che gridano vendetta contro un’Amministrazione che, guidata dal sindaco Francesco Italia, ha scelto di voltare le spalle ai suoi stessi cittadini, trasformando un danno in una tragedia umana senza fine.

Non si tratta di un banale contenzioso, ma di un tradimento sistemico.

La Genesi del Disastro: Il Fuoco Sotto la Città

L'incubo per le famiglie Genovese e Spicuglia non è iniziato con un evento naturale, ma con la negligenza pubblica.

Era il lontano 2011 quando l’Amministrazione comunale di Siracusa affidò i lavori per la nuova condotta fognaria. In una zona dal sottosuolo notoriamente fragile, l'impiego di mezzi pesanti e l'assenza di cautela hanno innescato una reazione a catena devastante. Le abitazioni, tra cui quelle di Sebastiano Genovese, Verdiana e Barbara Spicuglia, hanno cominciato a creparsi, a sprofondare, fino a diventare cumuli di macerie pericolanti e inagibili.

I primi cedimenti furono un monito: crepe che si aprivano sulle pareti, pavimenti che cedevano, la terra che inghiottiva il quotidiano. Gli abitanti hanno gridato all’allarme, supportati da voci della politica locale. La consigliera di quartiere, Giovanna Calvo, dichiarò l'urgenza: «Il problema va risolto immediatamente, queste persone hanno bisogno di una casa». Il presidente del quartiere, Pippo Pennisi, convocava il Comune, ma di concreto non arrivò nulla. L'ingegnere comunale Dell’Aira stesso ammise: «In vent’anni di carriera non mi era mai successa una situazione del genere: si tratta di un dissesto grave che potrebbe far crollare lo stabile».

Nonostante gli sgomberi e le prime, inutili puntellature, l'Amministrazione si lavò le mani, rinviando ogni responsabilità ai proprietari. Un atto di disprezzo assoluto.

L'Odissea Giudiziaria: Il Comune Contro il Cittadino

Di fronte al silenzio e all'abbandono, non è rimasta che la via legale. Affidando la loro causa all'avvocato Valerio Vanchieri, Genovese e Spicuglia hanno intrapreso un'odissea giudiziaria che, per volontà del Comune, si è trasformata in un calvario infinito.

La prima sentenza (2017) fu una vittoria morale: riconosceva la responsabilità del Comune di Siracusa e della ditta esecutrice, condannandoli al risarcimento. Ma la gioia è durata poco. Invece di onorare il verdetto e aiutare i propri cittadini a ricostruire le vite, l'Amministrazione ha preferito spendere risorse pubbliche per fare ricorso in appello, trascinando le famiglie nel pantano giudiziario.

La Corte d’Appello di Catania ha poi escluso la ditta, ma ha confermato la colpa del Comune, individuando la vera causa del dissesto non nei lavori in sé, ma nella cattiva e colpevole manutenzione delle condotte idriche, una responsabilità che ricade interamente sulle spalle dell'ente municipale.

Ci si sarebbe aspettato, a questo punto, un gesto di umiltà e riparazione. Invece, anche d'innanzi al giudizio dei tribunali, dal Palazzo è calato ancora il silenzio. Oggi, nel 2025, la causa è ancora ferma, in attesa che il giudice del Tribunale di Siracusa si pronunci sulle richieste di prova. Tredici anni dopo, le case restano macerie, simbolo fisico di un potere sordo e distante, e le famiglie continuano a vivere in affitto, pagando una doppia pena.

Il Volto Umano del Tradimento: La Vita Strappata

Mentre il sindaco Francesco Italia e i suoi assessori sono impegnati a tessere la narrazione del "buon governo" in conferenze stampa patinate, a Via Agrigento c'è la realtà.

  • Ci sono famiglie che da tredici anni spendono ogni mese cifre enormi per l'affitto, dissanguandosi finanziariamente per colpa di un disastro pubblico.

  • C'è la famiglia Spicuglia, costretta a soggiornare inizialmente in strutture alberghiere a proprie spese, senza alcuna assistenza o soluzione abitativa stabile da parte del Comune.

  • Ci sono bambini senza una casa stabile, c'è la presenza di un disabile nel nucleo familiare, tutti costretti a subire disagi gravissimi che vanno ben oltre la perdita materiale.

Questo è il prezzo dell'inerzia del Palazzo.

Di recente, l’Amministrazione ha stanziato un contributo straordinario di 500 euro. Cinque-cento euro. Una somma che non copre pochi giorni di affitto, un'elemosina che suona come una profonda offesa alla dignità di chi ha perso tutto per colpa del Comune.

Verdiana e Barbara Spicuglia denunciano con voce rotta: «Siamo ancora senza casa. Speriamo di essere aiutati da qualcuno. Chiediamo al sindaco Francesco Italia di prendersi le sue responsabilità. È da 13 anni che viviamo così».

La Conclusione: L'Urlo Contro il Silenzio Complice

È questa l’immagine che il sindaco Italia vuole lasciare alla città? Quella di un’Amministrazione che ignora le sentenze, trascina i cittadini in battaglie legali infinite e poi, dopo un decennio e mezzo, offre un contentino simbolico?

Siracusa non può più tollerare questa inerzia. L'etica politica impone che chi ha il dovere di proteggere i cittadini, non li abbandoni al proprio destino. La verità di Via Agrigento non si può lavare via con comunicati stampa e sorrisi di circostanza.

Il sindaco Francesco Italia e i suoi dirigenti devono rispondere immediatamente e con azioni concrete:

  1. Immediata soluzione abitativa e risarcimenti adeguati.

  2. Riconoscimento ufficiale della responsabilità e stop al contenzioso.

Verdiana e Barbara Spicuglia lo dicono con parole che dovrebbero risuonare in ogni aula del Palazzo municipale: «Dobbiamo rientrare nelle nostre case. Basta silenzio».

E hanno ragione. Perché in questa storia, il silenzio del potere è andato oltre l'indifferenza: è diventato complicità nel tradimento.

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martedì 17 giugno 2025

L'Epidemia Silenziosa che la Medicina Ignora: La Verità Sulla Carenza di Vitamina B12

epidemia silenziona


A cura di: Salvatore Calleri (NatMed)

Cari lettori,

Quante volte abbiamo sentito parlare di stanchezza cronica, annebbiamento mentale o sbalzi d'umore come semplici "sintomi dell'invecchiamento" o conseguenze dello stress quotidiano? Eppure, dietro a queste manifestazioni così comuni, si nasconde troppo spesso una verità sconvolgente: una carenza di vitamina B12, sistematicamente ignorata e diagnosticata erroneamente dalla medicina ufficiale. Una vera e propria epidemia silenziosa che sta colpendo milioni di persone, con conseguenze devastanti.

La Vitamina B12: Un Pilastro Dimenticato della Nostra Salute

Non è un mistero: la vitamina B12 è un nutriente fondamentale. È vitale per la funzionalità cerebrale, per la salute del nostro sistema nervoso e per la produzione di globuli rossi essenziali. Senza di essa, il nostro corpo non può funzionare correttamente, e le ripercussioni possono essere molto più gravi di un semplice calo di energia.

Si stima che la carenza di B12 colpisca dal 3 al 5% della popolazione generale, ma tra gli anziani questa percentuale sale drammaticamente, arrivando a toccare almeno il 20%. E qui sta il punto cruciale: molti di questi casi vengono purtroppo scambiati per altre patologie gravi come Alzheimer, sclerosi multipla o disturbi psichiatrici. Immaginate la sofferenza, l'angoscia di ricevere diagnosi così pesanti, quando la soluzione potrebbe essere a portata di mano.

Sintomi Ingannatori, Diagnosi Errate e Danni Irreversibili

La carenza di vitamina B12 è subdola. I suoi sintomi si manifestano in modo graduale e spesso vengono liquidati con leggerezza: affaticamento persistente, nebbia mentale, difficoltà di concentrazione, formicolio agli arti, depressione e ansia.

Il problema si aggrava quando questi segnali vengono ignorati o mal interpretati. Studi scientifici hanno più volte evidenziato come i pazienti con carenza di B12 presentino sintomi identici a quelli dell'Alzheimer, inclusa perdita di memoria e cambiamenti di personalità. Si parla di mezzo milione di persone solo nel Regno Unito a cui è stata diagnosticata la demenza, che potrebbero in realtà aver bisogno solo di un'iniezione di vitamina B12! È incredibile pensare che, invece di un trattamento semplice ed economico, queste persone vengano indirizzate verso terapie costose e spesso inefficaci, con un impatto devastante sulla loro qualità di vita e sulle finanze familiari.

Le Ragioni di un Fallimento Diagnostico Sistematica

Perché questa negligenza continua a persistere? Le ragioni sono complesse e, a volte, sconcertanti:


1. Test Insufficienti e Standard Obsoleti

Nonostante esista un esame del sangue economico e affidabile per misurare i livelli di B12, molti medici non lo includono nella routine diagnostica, a meno che non sia il paziente stesso a richiederlo espressamente. Inoltre, i laboratori spesso stabiliscono un intervallo di "normalità" troppo basso. Molti esperti concordano che i sintomi da carenza possano manifestarsi già a livelli inferiori a 350-400 pg/ml, ma i laboratori segnalano la carenza solo quando i valori scendono drasticamente, a volte sotto i 180 pg/ml. Questo significa che molti casi, pur sintomatici, non vengono identificati come carenza.


2. Mancanza di Attenzione ai Sintomi Clinici

Anche quando i pazienti presentano chiari segnali di carenza – come l'intorpidimento o il formicolio, la stanchezza cronica e i disturbi dell'umore – spesso i medici preferiscono orientarsi verso diagnosi più "redditizie" o complesse, trascurando una causa così basilare e facilmente risolvibile. È sconcertante pensare che raccomandazioni importanti, come quella del British Journal of Hematology del 2014 che suggeriva di trattare i sintomi e non solo i valori di laboratorio, cadano costantemente nel vuoto.


3. L'Influenza delle Scelte Alimentari e del Marketing Farmaceutico

La vitamina B12 si trova quasi esclusivamente in prodotti di origine animale come carne, uova e latticini. Con la crescente popolarità del veganismo, i tassi di carenza sono in aumento. Sebbene esistano alimenti vegetali fortificati, spesso non sono sufficienti a garantire livelli sani. Questo non è un giudizio sulle scelte alimentari, ma un forte avvertimento: il corpo umano non produce B12 e, senza un'adeguata integrazione, le conseguenze a lungo termine possono essere gravi.

E poi c'è la scomoda verità: non si guadagna nulla a curare la carenza di vitamina B12. Un'iniezione di B12 costa pochi centesimi, non è brevettabile e non genera i miliardi di fatturato dei farmaci per l'Alzheimer o degli antidepressivi. L'industria farmaceutica ha scarso interesse a promuovere test su larga scala per una condizione che può essere trattata in modo così semplice ed economico. Il profitto, purtroppo, sembra avere la precedenza sulla salute pubblica.

È Tempo di Agire: Dalla Consapevolezza all'Azione

La carenza di vitamina B12 è un'emergenza silenziosa che sta distruggendo vite umane attraverso diagnosi errate e l'indifferenza. È ora di esigere maggiore responsabilità da medici, laboratori e istituzioni sanitarie. Nessuno dovrebbe essere condannato a soffrire di sintomi debilitanti o a ricevere diagnosi errate che potrebbero essere prevenute e risolte con una semplice, sicura e conveniente integrazione.

Con la conoscenza, possiamo reclamare la nostra salute.

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venerdì 16 maggio 2025

Referendum 2025: Difendiamo i Nostri Diritti – Ecco Perché è Importante Votare 5 Sì

 

rederendum 2025- i nostri diritti-
Nella foto una rappresentazione grafica creata appositamente per il nostro blog per il Referendum 2025


Domenica 8 e lunedì 9 giugno 2025 si vota per i diritti dei lavoratori e la cittadinanza: scopri perché è fondamentale dire 5 volte Sì al referendum.

di Salvatore Calleri

Referendum 2025: un voto per i nostri diritti, un gesto per il nostro futuro

Domenica 8 e lunedì 9 giugno 2025 saremo chiamati alle urne per un referendum fondamentale. Non si tratta di politica di partito, ma della tutela concreta dei nostri diritti. Cinque quesiti, cinque possibilità per migliorare le condizioni dei lavoratori e aprire nuove strade verso una cittadinanza più giusta. Dire "" è un atto di coscienza, di consapevolezza, di responsabilità collettiva.


1. Abrogazione del Jobs Act (Contratto a tutele crescenti)

Dire  significa ripristinare diritti fondamentali dei lavoratori licenziati ingiustamente. Il Jobs Act ha tolto la reintegrazione sul posto di lavoro nei casi di licenziamento illegittimo. Votare Sì vuol dire ridare dignità e sicurezza a chi lavora, mettendo un freno agli abusi da parte dei datori di lavoro.


2. Licenziamenti nelle piccole imprese (Abrogazione parziale)

Attualmente, nelle aziende con meno di 15 dipendenti, i lavoratori hanno meno tutele in caso di licenziamento. Con il Sì al referendum si vuole estendere le garanzie anche a chi lavora nelle piccole realtà. Perché un diritto non deve dipendere dalla dimensione dell'impresa. 


3. Contratti a termine (Abrogazione parziale delle norme attuali)

Votare  significa limitare gli abusi dei contratti a termine, impedendo che vengano prorogati e rinnovati all'infinito. Oggi, troppi giovani e precari vivono nella totale incertezza. Questo Sì è per restituire stabilità e progettualità al lavoro.


4. Responsabilità solidale negli appalti (Abrogazione)

Dire  vuol dire mantenere la responsabilità anche al committente per infortuni sul lavoro. Se un lavoratore di un'azienda in subappalto si fa male, il committente deve rispondere. Cancellare questa responsabilità è un attacco alla sicurezza dei lavoratori. Difendiamola con il nostro voto.


5. Cittadinanza italiana (Riduzione a 5 anni per gli stranieri residenti)

Con questo Sì, chi è residente in Italia da almeno 5 anni potrà richiedere la cittadinanza. Non è un regalo, ma un riconoscimento a chi lavora, paga le tasse, cresce figli in Italia. È un Sì all'inclusione, alla giustizia sociale, al riconoscimento di vite reali.


Perché votare è importante

Questo referendum non è solo una scheda: è un atto di resistenza democratica. Mentre la politica spesso ignora i bisogni reali delle persone, abbiamo la possibilità di far sentire la nostra voce su temi concreti. Lavoro, sicurezza, dignità, giustizia sociale: non possiamo delegare sempre. Stavolta, tocca a noi.

Domenica 8 e lunedì 9 giugno 2025, vota 5 Sì. Per te. Per chi lavora. Per chi spera. Per chi vuole restare.

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giovedì 24 aprile 2025

Le Ombre Dietro al Conclave: Massoneria, Intrighi e il Mistero dei Papi

 

papa e massoneria
Nella foto Francesco Bergoglio, in rilievo la croce massonica da lui scelta 


Nelle stanze segrete del potere, là dove l’incenso si mescola al mistero, c’è chi dice che le nomine dei Pontefici non siano frutto dello Spirito Santo… ma di giochi ben più terreni.

di Salvatore Calleri

Negli ultimi tempi, con la morte di Papa Francesco e le voci sempre più forti su un “Papa Nero” e una Chiesa spaccata, il sospetto ha lasciato il posto alla convinzione.

La massoneria avrebbe da tempo infiltrato i gangli vitali del Vaticano. Il suo scopo? Controllare il timone spirituale del mondo. Un piano silenzioso, fatto di nomine pilotate, pressioni occulte, e candidati “graditi” a certi poteri.

Non è un caso, che le voci più libere e profetiche — da monsignor Viganò fino ad alcuni cardinali emarginati — abbiano più volte lanciato l’allarme: “La Chiesa è occupata.”
In questo scenario, Francesco avrebbe rappresentato un ponte verso una nuova visione, più globalista, più “umanista”… e secondo alcuni, meno cattolica.

Ma con la sua dipartita, le domande aumentano: chi sarà il prossimo papa? Sarà ancora un uomo voluto dallo Spirito, o da logge invisibili ma potentissime?
In molti temono l’arrivo di quello che antiche profezie chiamano il Papa Nero, non tanto per il colore dell’abito, quanto per il simbolismo oscuro che rappresenterebbe.

Dietro le quinte, cardinali si muovono come pedine. Qualcuno ha parlato di voti scambiati, di strategie preparate da tempo.
Non è fantascienza. Già nel conclave che elesse Francesco, alcune fonti (mai confermate, ma mai smentite) parlavano del famigerato “gruppo di Sankt Gallen”, una sorta di lobby clericale con una precisa agenda riformista.

Il mistero rimane. Ma come sempre accade quando si parla di potere, la verità più scomoda è anche quella che nessuno osa guardare in faccia.


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sabato 19 aprile 2025

Giorgia Meloni e le sue ultime fatiche alla Asterix

 
giorgia meloni e le ultime fatiche di asterix
Nella foto la Premier Meloni in versione Asterix

Un viaggio negli Stati Uniti tra strette di mano e sorrisi, ma senza risultati concreti per l'Italia. La premier Giorgia Meloni incontra Donald Trump per discutere dei dazi, ma torna a casa con promesse vaghe e nessuna certezza.


Articolo di Salvatore Calleri


Giorgia Meloni e le sue ultime fatiche alla Asterix

Sette ore di volo, un'agenda fitta di incontri e una missione diplomatica di grande rilevanza: il recente viaggio di Giorgia Meloni negli Stati Uniti sembrava promettere molto. L'obiettivo principale? Discutere con Donald Trump dei dazi imposti agli Stati Uniti, che minacciano l'export italiano, in particolare nel settore agroalimentare.

Tuttavia, al termine della visita, i risultati concreti sembrano scarsi. Nonostante le dichiarazioni di intenti e le promesse di dialogo, non è stato raggiunto alcun accordo tangibile. Trump, pur esprimendo apprezzamento per Meloni, ha mantenuto una posizione ambigua: "Meloni mi piace molto, vedremo che succede" .

Nella foto i risultati ottenuti dalla Premier Meloni


Durante la conferenza stampa, un episodio curioso ha attirato l'attenzione: la traduttrice ufficiale ha omesso la parte in cui Meloni, parlando in italiano, attribuiva la responsabilità della guerra in Ucraina a Putin. Quando Meloni ha tentato di tradurre da sola, ha evitato di menzionare direttamente Russia o Ucraina, lasciando Trump all'oscuro delle sue reali dichiarazioni .

Inoltre, Meloni ha espresso l'intenzione di rafforzare la cooperazione strategica con gli Stati Uniti, sostenendo la posizione di Trump contro l'ideologia "woke" e promettendo un aumento degli acquisti di gas statunitense. Ha anche incoraggiato le aziende italiane a investire negli Stati Uniti, nel tentativo di allentare le tensioni commerciali .

Nonostante questi sforzi, l'Italia non ha ottenuto concessioni significative sui dazi. Il surplus commerciale dell'UE rispetto agli Stati Uniti, spesso citato come motivo per l'imposizione dei dazi, rimane una questione irrisolta. Meloni ha sottolineato che una guerra commerciale non conviene a nessuno, ma le sue parole non si sono tradotte in azioni concrete .

Il viaggio di Meloni negli Stati Uniti si è rivelato più una passerella diplomatica che una missione efficace. Le "fatiche alla Asterix" della premier italiana sembrano aver prodotto pochi risultati tangibili, lasciando l'Italia con più domande che risposte.



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